Patrimonio a rischio: il palazzo della Civiltà Italiana

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È di questi giorni la notizia, riportata da diverse testate giornalistiche, che il Palazzo della Civiltà Italia, correntemente definito Colosseo Quadrato, realizzato all’Eur tra il 1938 e il 1943 su progetto di G. Guerrini, E. B. La Padula, M. Romano, sarà dato in gestione per 15 anni e per 240 mila euro mensili al gruppo francese Lvmh di Bernard Arnault che dovrebbe farne il nuovo centro logistico e di rappresentanza della Maison Fendi. Il palazzo è stato recentemente oggetto di alcuni restauri (ripulitura delle facciate curata dal MiBAC; consolidamento dei solai e messa a norma degli interni a cura di EUR Spa) svolti nell’ambito di una Convenzione tra il Ministero dello Sviluppo Economico, il MiBAC ed EUR Spa, e finalizzati ad accogliere nel palazzo la Discoteca di Stato e l’Esposizione Permanente del design e del ‘made in Italy’.

Al di là delle perplessità sulle procedure seguite nell’operazione, DOCOMOMO Italia auspica che il Palazzo della Civiltà del Lavoro sia gestito dal gruppo privato francese nella consapevolezza del suo valore storico-artistico e documentario all’interno del patrimonio culturale collettivo italiano. DOCOMOMO Italia ha dedicato al palazzo, uno studio storico-documentario delle caratteristiche architettoniche e dei sistemi costruttivi, da porre alla base del progetto di restauro e di riuso finalizzato a trasformare l’edificio in museo dell’audiovisivo. Da quello studio, svolto nell’ambito di una convenzione firmata nel febbraio 2000 tra DOCOMOMO Italia ed EUR Spa, sono scaturiti un rapporto di ricerca e una pubblicazione a cura di M. Casciato e S. Poretti, Il Palazzo della Civiltà Italiana. Architettura e costruzione del Colosseo Quadrato, Federico Motta Editore, Milano 2002. Al palazzo è dedicato anche l’editoriale del “DOCOMOMO Italia giornale” 12/2002.

(Francesca Rosa)