Per il recupero del Cinema Airone a Roma

airone

Dopo gli annunci, nel 2011, di un imminente recupero da parte del Comune di Roma, che ne è il proprietario, il cinema Airone è oggi di nuovo chiuso e in stato di abbandono. Il cinema, disegnato da Adalberto Libera, è incuneato nello spazio centrale di un isolato di 5 palazzine, progettate dallo studio Calini e Montuori, e si configura come una struttura a scala di quartiere. L’invaso della sala, inedito e sorprendente, è racchiuso da una superficie ‘pseudoovoidale’ che lo rende avvolgente e unitario come l’”interno di un mandolino” (Libera 1956). L’attenzione dello spettatore è calamitata verso lo schermo contenuto nell’efficace dilatazione del boccascena drammaticamente illuminato da una corona di venti fari a luce indiretta, ora rimossi. La struttura è composta da una base pesante in cemento armato, quasi incassata nel terreno, su cui è impostata la leggera struttura metallica che sostiene la doppia copertura con l’intercapedine per gli impianti. Singolare anche la scelta, probabilmente derivata dalla necessità di limitare l’altezza dell’edificio, di eliminare la galleria disponendo gli 800 posti in platea. La sala è completata dagli spazi di servizio, dall’atrio e dalla rampa di accesso il cui soffitto è decorato da una pittura di Capogrossi, ora coperta. Il progettista, Libera, è riconosciuto come uno dei protagonisti del vivace dibattito disciplinare che ha caratterizzato l’architettura italiana del secondo dopoguerra, mentre l’artista, Capogrossi, è stato un esponente di primo piano della Scuola Romana. L’Airone è indiscutibilmente parte del patrimonio architettonico e culturale di Roma in quanto i cinema hanno rappresentato, nella stagione della ricostruzione post bellica, i luoghi fisici di un’evoluzione culturale di massa, segnando la città con la loro presenza capillare e con una significatività che poche altre strutture possono vantare. Le decine di sale oggi abbandonate (censite sul blogwww.cineabbandonati.blogspot.it) potrebbero facilmente e utilmente tornare a svolgere la funzione di luoghi di produzione culturale ospitando le forme contemporanee della produzione artistica a scala di quartiere e costituendo, nello stesso tempo, i nodi di una fitta rete cittadina. La vasta e profonda esperienza maturata sui temi della conservazione e della valorizzazione del patrimonio architettonico del XX secolo attesta che quello dei cinema è un patrimonio fragile, i cui tempi di degrado e obsolescenza sono concretamente più brevi di quelli del patrimonio pre-moderno. È quindi necessario che il programma di recupero per l’Airone conservi gli elementi architettonici e i materiali caratterizzanti; modifiche e sostituzioni non meditate porterebbero, di fatto, alla perdita di una delle testimonianze di una stagione che ha visto la città arricchirsi di opere sperimentali e affascinanti, in cui sono sempre coniugate arte e architettura. Purtroppo da diversi anni assistiamo a Roma a una sistematica disattenzione da parte delle istituzioni, in qualità di proprietari, di gestori o di enti preposti alla tutela, per il patrimonio architettonico più recente che sta subendo pesanti aggressioni e manomissioni; per citare solo i casi più eclatanti: il Foro Italico con la Casa delle Armi, il Mercato Metronio, il Cinema America, la Stazione Termini..Per questo, DOCOMOMO Italia, sollecitando l’intervento di recupero del cinema e a sostegno del percorso attivato negli ultimi anni dall’associazione Cineairone per la sua riapertura, auspica che da parte dei soggetti responsabili a livello istituzionale venga avviato con urgenza un nuovo corso nella gestione dei programmi di riuso e trasformazione dei manufatti del Novecento onde evitare interventi occasionali e scoordinati che contribuiscono solo a impoverire il patrimonio architettonico romano.

Rosalia Vittorini (Presidente DOCOMOMO Italia Onlus)