Un incendio ferisce il Palazzo del Lavoro di Torino

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Il Palazzo del Lavoro, l’opera forse più iconica di Pier Luigi Nervi, è uno dei capolavori dell’architettura del ‘900 studiata e celebrata in tutto il mondo. Meta continua di visite specialistiche da parte di architetti, cultori di storia dell’architettura contemporanea, docenti e studenti di architettura di università italiane e straniere, questo straordinario edificio torinese fu concepito per celebrare i miti del progresso economico e industriale dell’Italia del dopoguerra in occasione delle celebrazioni di Italia’61. Pubblicato ancora recentemente come icona simbolica dell’arte di costruire sulla copertina della rivista “Concrete International” dell’American Concrete Institute (l’Associazione Americana del Cento Armato), è stato illustrato all’epoca sulle principali riviste internazionali di architettura, divenendo fonte di ispirazione per altri edifici nel mondo, da San Pietroburgo a Ashgabat, capitale del Turkmenistan. Questo secondo incendio che lo ferisce non è che l’ultimo atto di un triste percorso di progressivo abbandono di questo capolavoro. Sopravvissuto negli ultimi decenni del Novecento prima come sede prima di una parte degli uffici del BIT/ILO (Bureau International du Travail/International Labour Office, l’organizzazione delle Nazioni Unite con sede a Torino), e poi di corsi della Facoltà di Economia dell’Università, l’edificio di Nervi, passato dalla Città in proprietà a privati, è tuttora in attesa di una nuova destinazione d’uso. Nel frattempo, come quest’ultimo grave episodio mette in evidenza, il suo stato di degrado si avvia ad essere presto irreversibile. Ciò nonostante il fatto che il palazzo dal 2011 sia vincolato dalla Soprintendenza, e sia stato schedato attraverso un mio personale intervento (nella mia posizione di consulente scientifico della Associazione PLN per la difesa del patrimonio culturale di Pier Luigi Nervi) sia da DoCoMoMo International, l’associazione per la documentazione e conservazione dell’architettura contemporanea del Movimento Moderno, che dal Working Group “Historical Structures” dello IASS International Association for Shell and Spatial Structures, come premessa ad una auspicata futura catalogazione all’interno della World Heritage List dell’UNESCO (assieme all’altro capolavoro torinese di Nervi, l’edificio di Torino Esposizioni, pure esso in condizioni precarie, e tutt’ora in attesa di una definitiva auspicabile destinazione di uso come nuovo contenitore culturale per la(Biblioteca Civica e la Cittadella dell’Architettura). L’Associazione Pier Luigi Nervi Project ha avviato una azione internazionale per puntare l’attenzione sul fatto che il progetto di trasformazione, che la città adesso promette di approvare in tempi rapidi, necessita di essere seguito da un soggetto consulente internazionale di altissimo livello.

In allegato l’appello di DOCOMOMO Italia