2019 #Stadio Artemio Franchi – Firenze

Resoconto delle ultime trasformazioni.

Non ostante le soluzioni audaci e costruttive, come quelle emblematiche strutture a sbalzo della copertura degli stand o scale a chiocciola, caratterizzate da un costo di costruzione eccezionalmente basso grazie alla modularità e l’estrema razionalità del progetto, anche il famoso stadio Berta di Firenze (1930-1932) è stato recentemente trasformato. Nel 1990 è stato effettuato un importante rinnovamento per il Mondiali di calcio, operazione che ha incluso, oltre alla riorganizzazione complessiva del sito, l’estensione dello stadio e la completa ristrutturazione delle sue strutture. Affidato all’architetto Italo Gamberini nel 1984 (con Loris Macci, Henry e Joan Novelli Slocovich), il progetto, realizzato tra il 1988 e il 1990, ha aperto un ampio dibattito. Gli architetti perseguivano due obiettivi principali: da un lato, la razionalizzazione dei servizi generali, l’accesso e la sicurezza, e d’altra parte, aumentare la capienza. Di fronte all’impossibilità di alzare le tribune esistenti, essendo lo stadio dichiarato monumento nazionale e sotto la protezione del Ministero dei Beni Culturali, si è deciso di abbassare l’altezza del campo di gioco ed eliminare la pista di atletica. Il restauro delle principali strutture in cemento a vista incluse l’eliminazione delle aggiunte e il loro ritorno al loro stato originale. Parecchie aggiunte funzionali e tecnologiche ritenute necessarie, ma assolutamente incongruenti, tuttavia, sono stati realizzate, come ulteriori scale interne ed esterne, nuovi volumi che consentono la ricezione di impianti tecnici e nuove lamelle metalliche a sbalzo poste su entrambi i lati della famosa copertura in cemento di Nervi. La parete dell’altoparlante esterno la protezione delle strutture è stata sostituita da una recinzione metallo. Una revisione dell’area circostante, con un nuovo parcheggio, la ridefinizione della strada, la moltiplicazione degli spazi verdi e anche la costruzione di una palestra e di una piscina con spese onerose. Questi lavori di modernizzazione sono stati denunciati come un “cinico massacro” perpetrato con il consenso della locale Soprintendenza del Ministero dei Beni Culturali. Oggi il nuovo complesso sportivo rischia di essere abbandonato o profondamente trasformato perché, nonostante il precedente progetto, lo stadio è considerato inutilizzabile in quanto non conforme alle norme di sicurezza nazionali ed europee.