Gaetano Rapisardi Architetto 1893-1988

a cura di Clementina Barucci e Marco Falsetti

 

anno di pubblicazione: 2022
lingua: italiana
ISBN 9791280956262
edizione: Campisano Editore

Il volume si propone di far luce sull’opera del progettista siciliano ricostruendone un profilo quanto più possibile esaustivo, al fine di colmare una pagina rimasta troppo a lungo incompleta. Noto soprattutto per gli edifici della Sapienza di Roma – le Facoltà di Lettere e di Giurisprudenza – e per il grande complesso della piazza e della basilica del Don Bosco al Tuscolano degli anni Cinquanta, Gaetano Rapisardi è ricordato nella storiografia perlopiù come fidato collaboratore di Marcello Piacentini. Tale inquadramento, a nostro avviso riduttivo, dimentica (e talvolta omette) la complessità dell’opera rapisardiana nonché l’interessante sfida tipologica che ha visto l’architetto confrontarsi con una eccezionale varietà di temi, specialmente nel periodo del dopoguerra quando Rapisardi, insieme al fratello Ernesto (spesso coautore delle opere), interrompe la collaborazione con il Maestro (mantenendo comunque rapporti molto cordiali). Si è cercato di restituire, attraverso questo studio, tutto il complesso del suo lavoro, che annovera oltre 150 opere conosciute ad oggi, alcune delle quali solo mediante riferimenti contenuti in carteggi o documenti d’archivio. I progetti e le realizzazioni di Rapisardi interessano un arco temporale molto ampio, che va dall’inizio degli anni Venti fino ai primi anni Settanta, e che copre dunque oltre un cinquantennio di attività professionale. A fronte di una instancabile opera di disegno, di progettazione e di cantiere non si registra, sfortunatamente, una altrettanto intensa produzione teorica (se si eccettua qualche relazione di progetto) alla qual cosa si deve l’equivoca interpretazione della sua opera. Rapisardi fu infatti, per quanto ci è dato di sapere dalle rare testimonianze dirette raccolte, dedito soprattutto all’attività progettuale e di disegno, assorbito al punto dal non trovare il tempo di sistematizzare questa sua opera all’interno di un corpus teorico, il che non implica naturalmente che tali realizzazioni mancassero di “spessore critico”, come è stato talvolta ingiustamente sotteso. 

Nel volume sono pubblicati alcuni materiali conservati nell’Archivio del Centro Studi Giorgio Muratore