di Luigi Alini
Prefazione di Stefano Boeri
anno di pubblicazione: 2020
pagine: 263
lingua: italiana
ISBN 9788884977281
edizione: CLEAN Edizioni
Il volume ripercorre la vita professionale di Vittorio Garatti attraverso i progetti e le opere realizzate dal 1949 al 2016. La figura umana e artistica di Garatti emerge da questo lungo e appassionato racconto che, oltre al contributo del curatore e dello stesso Garatti, è arricchito dagli scritti di Stefano Boeri, Enrico Bordogna, Guido Canella, Riccardo Canella, Hugo Consuegra, Giorgio Fiorese, Davide Guido, Luciano Semerani, Jorge Fernandez Torres. Vita e opere si intrecciano indissolubilmente senza soluzione di continuità dando corpo a quell’idea di tempo unico dell’architettura alla quale Vittorio Garatti ha votato la sua esistenza.
Nel libro sono ripercorsi gli anni della formazione a Milano con Ernesto Nathan Rogers e Gio Ponti, quelli in Venezuela con Carlos Raúl Villanueva, l’amicizia con Ricardo Porro, che nel 1961 lo invitò a Cuba a progettare la Escuela Nacional de Artes, le opere progettate con l’amico fraterno Sergio Baroni.
All’omologazione del ‘linguaggio’ razionalista Vittorio Garatti oppone le implicazioni del luogo e della cultura materiale, un tema che emerge con forza sin dalla sua tesi di laurea e che nell’esperienza cubana incarna la sua più alta espressione. Far propria la ‘lezione’ del passato riportandola nell’azione del presente è l’insegnamento di Ernesto Nathan Rogers che ha sempre guidato il suo agire.
Un’ampia sezione del libro è dedicata a documenti inediti estratti dal corposo Archivio di Vittorio Garatti e di José Mosquera, il suo più stretto collaboratore durante gli anni trascorsi a Cuba. La scelta di inserire nel volume parte di questi materiali risponde non solo all’obiettivo di ‘raccontare in diretta’ alcune fasi di cantiere, ma anche di testimoniare parte dello spirito e dell’energia che attraversarono la vicenda politica e culturale di Cuba in quegli anni, uno straordinario laboratorio di idee. José Mosquera e tanti altri giovani studenti di architettura furono coinvolti nel progetto delle Scuole, sperimentarono un modello operativo che oggi gli esperti di management definirebbero fast track schedule e che invece nella visone di Garatti, Gottardi e Porro aveva soprattutto un valore etico, sociale. Un modello operativo in cui progetto e costruzione si sovrapponevano, inseguivano e alimentavano reciprocamente. La sperimentazione di sistemi costruttivi e tecnologie che le condizioni politiche connesse all’embargo avevano determinato non diventano un elemento di condizionamento, quanto, invece, il territorio di una sperimentazione che eleva la costruzione a cifra poetica. Materiali, tecniche costruttive e figurazione dialogano con il contesto, col paesaggio, con la intensa natura entro la quale le Scuole si ‘adagiano’.
Il 28 febbraio del 2003, il sito è stato inserito nella Tentative List dei Siti Patrimonio dell’Umanità dell’UNESCO, nella categoria ‘Beni Culturali’ dal World Monuments Fund e nel 2010 le Scuole sono state dichiarate Monumento Nazionale di Cuba.
A novembre del 2012, a Roma il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha conferito a Vittorio Garatti, Ricardo Porro e Roberto Gottardi il Premio Vittorio De Sica, nella categoria ‘Architettura’. Nel 2018 la Getty Foundation, nell’ambito del programma Keeping It Modern, che identifica le più grandi opere di architettura del Novecento a rischio di abbandono, ha finanziato una ricerca finalizzata alla conservazione e valorizzazione delle Scuole Nazionali d’Arte di Cuba.
Nel 2019, Vittorio Garatti riceve la Laurea Honoris Causa dell’Accademia di Brera e il Diploma d’Onore della Triennale di Milano per l’alto contributo alla cultura architettonica internazionale. Nello stesso anno dona l’Archivio dei suoi progetti allo IUAV di Venezia.